Vittorio Tadei sente per la prima volta parlare Don Oreste Benzi, responsabile dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, a un convegno sulle tossicodipendenze alla fine degli anni settanta, e rimane affascinato dalla speranza che scaturisce dal modo in cui Don Oreste parla della tossicodipendenza e della possibilità reale di salvare la vita ai ragazzi drogati.
Vittorio rimane letteralmente “contagiato” dalla passione di Don Oreste per gli ultimi e, partendo dalla condivisione di una prima circostanza, quella di dover trovare una casa per alcuni ragazzi che tentavano di uscire dalla droga, si è dato inizio ad una vera e propria avventura volta a portare la carezza di Gesù nelle periferie del mondo. Una casa ancora oggi funzionante e situata a Rimini e un’amicizia che continua ad essere, tra la comunità e i figli di Vittorio, al servizio della costruzione del regno di Dio su questa terra.
Quasi tutte le mattine Vittorio iniziava la giornata andando a messa presso la Parrocchia La Resurrezione di Rimini, da Don Oreste.
Per aiutare i più poveri della terra comprò per Don Oreste una azienda agricola, San Facondino, con lo scopo di preparare dei tecnici disposti ad andare in Africa come missionari. In particolare conosce e fa amicizia con Gibo (Andrea Binotti) con il quale fa un viaggio in Africa insieme a Don Oreste. In questa realtà conosce anche Betta, una ragazza che aveva lasciato le comodità di una famiglia e di una carriera avviata per diventare missionaria in Africa e diventata poi moglie di Gibo.
Fra Gibo, Betta e Vittorio si consolida un rapporto di stima e una grande amicizia, subito Vittorio propone il suo aiuto per effettuare interventi di sostegno alle popolazioni africane. Dopo una prima esperienza fatta in Zambia negli anni 80, Gibo e Betta vi ritornano per aiutare i bambini orfani dell’AIDS.
Il rapporto di condivisione con Betta è per noi utile a dare valore al nostro lavoro quotidiano. Grazie alla sua missione ogni nostra azione in famiglia o a lavoro partecipa alla costruzione di un bene infinitamente grande.
Grazie a Betta ed ai suoi amici!